L’uomo d’acciaio

L’uomo d’acciaio

- in Film 2013, Recensioni
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Quando il Generale Zod (Michael Shannon) tenta un colpo di stato su Krypton, lo scienziato Jor-El (Russell Crowe) e la moglie Lara (Ayetel Zurer) spediscono il figlio neonato Ka-El sulla Terra, mettendolo in salvo dalla successiva distruzione del pianeta. Ribattezzato Clark Kent, il piccolo cresce così nel Kansas insieme ai genitori adottivi (Kevin Costner e Diane Lane), scoprendo nel frattempo di possedere poteri straordinari. Divenuto adulto (Henry Cavill), dopo lunghe ricerche finalmente Clark trova le risposte che cercava riguardo le sue vere origini. Venuto a conoscenza dei piani del Generale Zod, in arrivo sulla Terra con intenti distruttivi, il giovane “uomo d’acciaio”, supportato dalla determinata giornalista Lois Lane (Amy Adams), decide così di indossare il costume da Superman e di utilizzare i propri poteri per salvare l’umanità.

Nato negli Anni ’30 come fumetto (ideato da Jerry Siegel e disegnato da Joe Shuster) e poi con gli anni passato alla radio, ai cartoon e a serial televisivi, diventando nel frattempo una figura quasi mitica nella cultura popolare e non solo (dalle opere di Wahrol e Lichtenstein fino al saggio di Umberto Eco), l’eroe di Krypton approda al cinema per la prima volta nel 1978 con la regia di Richard Donner, con Christopher Reeve nel ruolo del protagonista e un Marlon Brando da record (3 milioni di dollari per un’interpretazione di 10 minuti); al successo seguirono tre sequel, finché nel 2007, a 19 anni dal quarto episodio, Bryan Singer ne dirige un quinto, con nuova veste e nuovo cast, che ignora gli ultimi due, riprendendo la narrazione dal secondo. Per questo nuovo film, diretto da Zack Snyder (“300”, “Watchmen”) e co-prodotto da Christopher Nolan (autore anche del soggetto, sviluppato poi dallo sceneggiatore David S. Goyer), si è optato invece per un’operazione di reboot (ultimamente molto in voga), resettando il tutto e ripartendo dal principio: ovvero dal pianeta d’origine Krypton, da cui l’eroe neonato, come un novello Mosè, viene inviato sulla Terra non solo per sfuggire alla distruzione, ma anche per diventare, in futuro, il “ponte” tra i due mondi, riportando così la speranza. Già da questo lunghissimo prologo si evince che la grande carica spettacolare, coadiuvata da uno scatenato uso di effetti superspeciali e da una squadra di tecnici di prim’ordine (dal musicista Hans Zimmer al montatore David Brenner), avrà un ruolo di punta in un progetto che, senza dubbio, risulta ben lontano da certe mitiche e gloriose vette “nolaniane”. Eppure, in verità, la prima parte del film, in cui attraverso continui salti temporali si ricostruisce la densa e difficile gioventù di Clark Kent, è affrontata con un interessante tono crepuscolare in chiave psicologica, con un certo realismo e una discreta attenzione a non trascurabili spunti metaforici (i rimandi cristologici nel percorso del protagonista) e tematici (il libero arbitrio, il destino, la predestinazione); c’è anche un discorso interessante nelle motivazioni del villain di turno (il sempre apprezzabile Michael Shannon): è legittimo sacrificare una civiltà problematica per permettere ad un’altra più evoluta di prevalere? Peccato però che tali appetibili tematiche vengano poi completamente fagocitate in uno scatenato, fracassone e roboante secondo tempo in cui il film, omologandosi alla stragrande maggioranza dei blockbuster fanta-thriller di media levatura, si scatena in un susseguirsi di combattimenti, esplosioni e distruzioni in digitale (con tanto di 3D non necessario) certamente spettacolare e nient’affatto noioso, ma comunque non così memorabile né maggiormente degno di nota rispetto ad altri prodotti più o meno analoghi o similari. Personaggi di contorno più azzeccati dei protagonisti: oltre al succitato Shannon e al fantasmagorico Crowe, molto piacevoli anche Kevin Costner e Diane Lane; monocorde invece il muscoloso Cavill, e fuori parte la (di solito) brava Amy Adams. Incassi finora non esaltanti, ma comunque assai soddisfacenti, specie per un’uscita estiva: con oltre 113 milioni di dollari d’incasso solo nel primo weekend (a fronte di un budget di 225), è diventato il miglior esordio di sempre nel mese di Giugno al box office USA.

L'uomo d'acciaio
L'uomo d'acciaio
Summary
"Man of Steel"; di Zack Snyder; con Henry Cavill, Amy Adams, Michael Shannon, Kevin Costner, Diane Lane, Laurence Fishburne, Antje Traue, Ayelet Zurer, Russell Crowe, Christopher Meloni; fantastico; USA/ Canada/ G.B., 2013; durata: 143';
50 %
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2 Comments

  1. Ok, non mi son perso niente, forse, ma il primo tempo pare scritto, non solo prodotto da Nolan. La mia attesa è per il filmone, con regista… chettelodicoafare?
    P.S. Brando non era il villain, ma il padre di Clark.

    1. Sì, effettivamente nella prima parte il film offre spunti (anche tematici) non trascurabili, ma nella seconda scade nel fracassone. Niente a che vedere con la grandezza di Nolan regista.
      P. S.: Grazie per la segnalazione su Brando: ovviamente è stata una svista, e ho subito corretto il post.

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