Dietro i Candelabri

Dietro i Candelabri

- in Film 2013, Recensioni
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Il titolo, che si riferisce ai candelabri posti sul pianoforte durante le performance dell’artista, è azzeccato: cosa si cela dietro i lustrini, le parrucche,  e i vestiti così appariscenti di Wladziu Valentino Liberace (1919-87), virtuoso del pianoforte ed eccentrico entertainer, tra i più quotati e conosciuti nel panorama dello show business statunitense tra gli anni ’50 e ’70?Per inquadrare il personaggio (comunque non così noto in Italia), il film si concentra sui 6 anni della vita dell’artista segnati dalla relazione tra quest’ultimo, maturo e di successo, e il giovanissimo Thorson, autore del libro di memorie da cui il film trae materia. Scritto dal talentuoso Richard LaGravenese (“La Leggenda del Re Pescatore”, “I Ponti di Madison County”), fotografato dal regista (sotto lo pseudonimo di Peter Andrews) e musicato dal grande Marvin Hamlisch (da poco scomparso), è un film che comincia con il frizzante brio sbarazzino della ricchezza e del sesso libero (in buona parte tra le pareti di quell’adornata e luccicante torre d’avorio che è la ricchissima abitazione di Liberace) e termina in toni malinconici con una marcata amarezza di fondo, come in una sorta di melodramma kitsch-camp a tinte sature, giocondo in superficie ma acre nel profondo. Nel mezzo c’è la centrale descrizione di un rapporto difficile e burrascoso, snodata in una narrazione scorrevole e lineare che risulta riuscita ed efficace perché capace di aggirare le convenzioni e le trappole del biopic (ovvero l’agiografia e i didatticismi) mettendo in evidenza non solo il contrasto di luci e ombre che caratterizza la complessa personalità del protagonista, ma anche gli estremismi di quella che, partendo da una relazione bollente, diventa prima una dipendenza reciproca e poi un’ossessione edonistica ai limiti del cannibalesco, lasciando così lo spettatore costantemente in bilico tra partecipe coinvolgimento e diffidente ripulsa: infatti, i momenti di tenerezza e la solitudine derivata anche da una vita in negazione (Liberace non volle mai rivelare la propria omosessualità), non mitigano la costante lussuria e il divorante egocentrismo di un personaggio capace di alternare gesti di estrema generosità a momenti di un egocentrismo quasi infantile, tanto da arrivare a sottoporre il suo giovane amante a continue operazioni di chirurgia plastica per farlo somigliare a se stesso, in un processo sempre più soffocante di manipolazione fisica e psicologica. È un inedito Michael Douglas di notevole adesione mimica a dargli l’acqua della vita, ma è ammirevole anche Matt Damon, convincente anche nei panni di un personaggio di 26 anni più giovane. Inizialmente pensato per una distribuzione in sala anche negli Stati Uniti, dopo il rifiuto delle major (che lo ritennero inspiegabilmente ed ingiustamente troppo esplicito nei contenuti omosessuali) il progetto è passato alla casa di produzione televisiva HBO Films, approdando così negli USA direttamente sulla TV via cavo poco dopo il passaggio (In Concorso) al Festival di Cannes, dove peraltro aveva raccolto diffusi consensi.

Dietro i Candelabri
Dietro i Candelabri
Summary
"Behind the Candelabra"; di Steven Soderbergh; con Michael Douglas, Matt Damon, Dan Aykroyd, Rob Lowe, Scott Bakula, Debbie Reynolds, Tom Papa, Paul Reiser; biografico; USA, 2013; durata: 118'.
70 %
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