Cloud Atlas

Cloud Atlas

- in Film 2012, Recensioni
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Sei storie in parallelo, in luoghi ed epoche diverse ma come in un’unica dimensione (“Tutto è connesso” recita la frase di lancio): nel 1849 il giovane avvocato Adam Ewing (Jim Sturgess), in viaggio nel Pacifico, ha a che fare con le angherie schiaviste dell’alta società; nel 1936, in Belgio, il musicista bisessuale Robert Frobisher (Ben Whishaw) trova lavoro come assistente del compositore Vyvyan Ayris (Jim Broadbent); nella California del 1972 la giornalista Luisa Rey (Halle Berry) si trova coinvolta in un’inchiesta sui rischi del nucleare; nel 2012, l’editore Timothy Cavedish (Jim Broadbent) tenta di sfuggire ad uno sporco ricatto perpetratogli dagli scagnozzi di uno scrittore (Tom Hanks) dalla mente criminale; nella Corea del Sud del 2144, il clone Sonmu-451 (Bae Doona) tenta di sfuggire al regime totalitario che l’ha ridotta a schiava; infine, in un 2321 post-apocalittico in cui la Terra è tornata ad uno stato primitivo, la preveggente Meronym (Halle Berry) salva la figlia del tormentato Zachary (Tom Hanks), turbando gli equilibri del villaggio e portando inaspettate rivelazioni.

Tratto dal romanzo di David Mitchell e frutto di una gestazione difficile e travagliata della durata di 4 anni, con 3 registi (anche sceneggiatori), altrettanti musicisti, 2 direttori della fotografia, 5 produttori tra USA e Germania ed un budget da fonti indipendenti di oltre 100 milioni di dollari per 171 minuti di durata, il nuovo lavoro dei fratelli Wachowski (scritto e diretto a sei mani con Ton Tykwer, anche co-autore della colonna musicale) potrebbe essere considerato uno dei più ambiziosi e costosi film “indie” mai realizzati. Nel suo arco di tematiche che va dall’anima all’inconscio, dai discorsi filosofeggianti alla critica sociale, dai totalitarismi al nucleare, dall’identità alla senilità, dal razzismo alla religione, ha disorientato il pubblico e spaccato in due la critica: spaziando nel tempo e nello spazio con una struttura narrativa scomposta in blocchi intrecciati e/o incatenati, copre un arco di tempo che, in sei tappe, va dal 1849 ai giorni nostri, proiettandosi nel 2144 e infine nel 2321, il tutto con una decina di attori principali (di cui 4 “oscarizzati”) in 5-6 ruoli ciascuno. Kolossal d’autore o blockbuster confusionario? Esaltante rivelazione o caotica follia? Imponente e sgangherato, in costante e pericoloso bilico tra coraggio e verbosità, è un film da prendere o lasciare (e quindi magari, proprio per questo, meritevole di una visione): infatti, nel suo complesso meccanismo a mosaico si possono facilmente notare meriti non trascurabili (l’inventivo e visionario impianto figurativo e scenografico, la stimolante proposta di storia e contenuti, la traboccante sfilata di trucchi ed effetti all’avanguardia) ma anche, al tempo stesso, considerevoli limiti da diversi punti di vista (l’adattamento a tratti irregolare, lo stile un po’ disomogeneo, i personaggi non sempre a fuoco e le profonde problematiche non del tutto risolte). Zeppo di rimandi più o meno evidenti, nonché saturo di riflessioni a tratti così programmatiche da risultare convenzionali, nel suo vagamente macchinoso collage di trame, situazioni e personaggi (che svariano dal poco riuscito al sorprendente) il film rischia di accartocciarsi su se stesso, vittima delle proprie ambizioni, anche se d’altra parte, a patto di abbandonarsi al suo flusso incerto e straripante, in tutto ciò è possibile localizzare passaggi di interesse o addirittura anche di fascino (gli spettacolari momenti tra passato e futuro, la centrale sequenza nodale con la pioggia di oggetti che si infrangono, il discorso sul karma, il sentito messaggio dal tono universale). Presentato a Toronto e a Torino, e distribuito da Warner con una strategia di marketing fondata sull’attesa e sul mistero, nonostante un esordio discreto in patria non ha poi brillato al botteghino.

Cloud Atlas
Cloud Atlas
Summary
id.; di ANDY WACHOWSKI, LANA WACHOWSKI, TOM TYKWER; con TOM HANKS, HALLE BERRY, JIM BROADBENT, HUGH GRANT, HUGO WEAVING, JIM STURGESS, JAMES D'ARCY, BEN WHISHAW, SUSAN SARANDON, KEITH DAVID, BAE DOONA, ZHOU XUN; fantascienza; USA/ Germania, 2012; durata: 171';
60 %
Voto al film
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1 Comment

  1. sto film è ‘na schifezza!

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