Michael Clayton

Michael Clayton (George Clooney) sbriga gli affari sporchi di uno studio legale di New York, anche se ultimamente deve fare i conti con debiti considerevoli, un figlio bisognoso di attenzioni, e un amico avvocato (Tom Wilkinson) in preda ad un crollo psicologico. Quest’ultimo lo spinge a sabotare la causa contro la U-North, società di prodotti chimici per l’agricoltura accusata di aver venduto per 10 anni un diserbante cancerogeno. Ma Karen Crowden (Tilda Swinton), capo dell’ufficio legale della multinazionale, è disposta a tutto per ostacolarlo, arrivando anche agli omicidi su commissione.

Al suo esordio dietro la macchina da presa dopo il successo come sceneggiatore (suoi gli script de “L’Avvocato del Diavolo” e della trilogia di Jason Bourne), Tony Gilroy dirige con sorprendente padronanza un film civilmente impegnato che a tratti ricorda i grandi film di Lumet, Pollack o Pakula: attento e pregnante nel suo tessuto tematico che guarda a problematiche di sempre scottante attualità, è un thriller denso e serratissimo che cattura e coinvolge dall’inizio alla fine, anche grazie ad una sceneggiatura di ferro e a tre funzionali interpreti principali: in quello che è uno dei suoi ruoli migliori, il protagonista Clooney dà il meglio di sé, supportato da un istrionico Tom Wilkinson di vibrante intensità e da un’ottima Tilda Swinton premiata con l’Oscar come migliore attrice non protagonista. Prodotto, tra gli altri (oltre che dallo stesso Clooney), anche da Anthony Minghella, Sydney Pollack e Steven Soderbergh. Nomination all’Oscar anche per miglior film, regia, Clooney, Wilkinson, sceneggiatura e colonna sonora (di James Newton Howard).