La Recita

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- in Anni 70, Recensioni
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Una compagnia di attori viaggia di paese in paese per rappresentare il dramma ottocentesco “Golfo della Pastorella” di Peresiadis. Sullo sfondo, una sintesi della storia greca dal 1939 al 1952: dalla dittatura fascista all’invasione italiana, fino all’occupazione tedesca, dal collaborazionismo con la lotta partigiana all’arrivo degli Alleati, dalla guerra civile tra monarchici e comunisti con il successivo intervento degli angloamericani a favore dei primi, fino alle elezioni che porteranno al governo il conservatore Papagos.

Terzo film del grande regista greco Angelopoulos e capitolo centrale della cosiddetta “trilogia greca” (iniziata con “Ricostruzione di un Delitto” e conclusa con “I Cacciatori”), è uno dei suoi lavori più rappresentativi, nonché quello con cui l’autore si impose all’attenzione internazionale. All’insegna di una memoria collettiva che porta al rifiuto di qualsiasi principio cronologico, Angelopolous punta su una rappresentazione realistica filtrata attraverso un approccio di continui salti temporali, ampie ellissi ed improvvise digressioni, come per rifarsi alla concezione storica (a tempi ciclici) della Grecia antica: strutturato in sequenze estese ed avvolgenti (di studiata dinamicità pur con ben pochi e mirati stacchi tra gli indugi sul paesaggio e i lunghissimi piani sequenza), commentato da brevi dialoghi contrapposti ad intensi monologhi e attraversato da numerose canzoni rivelatrici, procede con una narrazione scandita in sequenze estese ed avvolgenti (di studiata dinamicità pur con ben pochi e mirati stacchi tra gli indugi sul paesaggio e i lunghissimi piani sequenza), offrendo una personale visione del mondo in chiave simbolica e poetica in cui il teatro, la Storia e la rievocazione in veste di rappresentazione scorrono parallelamente e a tratti addirittura si fondono in un dialettico scambio tra episodi privati e accadimenti pubblici. Marxista nello spirito e di caratteristica impronta brechtiana nel linguaggio (la falsità della messa in scena per cui l’individuo è nulla rispetto al gruppo), è una grande saga epica sullo sfondo di una Grecia atipica e poco raccontata (le montagne scoscese ed innevate) in cui l’autore, snodando le dinamiche tra i personaggi in una rivisitazione del mito degli Atridi, mette in atto una riconsiderazione della situazione socio-politica della Grecia moderna alla luce di un destino globale che affonda le sue radici in un passato lontano: che i personaggi recitino, fingano di recitare oppure stiano recitando sé stessi, la realtà è comunque onnipresente. Uno dei capolavori del cinema europeo degli anni Settanta. Premio Fipresci al Festival di Cannes e una decina di riconoscimenti internazionali.

La Recita
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Summary
“O Thiasos”; di THEO ANGELOPOULOS; con VANGHELIS KAZAN, EVA KOTAMANIDU, ALIKI GHEORGULI, PETROS ZARKADIS, STRATOS PAHIS, MARIA VASSILIU; drammatico; Grecia, 1975; durata: 235’;
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