Dragon Trainer

Il giovane vichingo Hic, nonostante sia figlio del capo del villaggio, a differenza degli altri abitanti dell’isola dove vive, pare avere una vera e propria avversione al combattimento. Quando però arriva il momento dell’iniziazione, Hic si trova costretto ad uccidere uno dei tanti draghi che invadono la sua isola. Inaspettatamente, il ragazzo riesce a catturare un cucciolo di drago, ma quando si accorge che la creatura è ferita, non resiste alla tentazione di prendersene cura. Da quel momento, tra i due nasce una profonda amicizia.

Nell’anno d’esplosione della tecnica di “Avatar”, ecco il primo film d’animazione in 3D targato Dreamworks (già responsabile del successo di “Shrek”), che nel trarre materia dalla serie di libri di Cressida Cowell (probabile saga anche al cinema?) pareva su carta volersi accostare principalmente ad un pubblico giovanissimo; eppure, l’alto budget a disposizione e i sei anni di lavorazione hanno contribuito a fare del film un prodotto di una qualità maggiore: adatto a tutta la famiglia, è un cartoon convincente e ben realizzato, ricco di allegre trovate, personaggi all’altezza e moltissime e gradevoli citazioni che vanno dalla vecchia Disney fino al moderno cinema di genere. Con una morale espressa con tatto e sapienza (il non temere ciò che è diverso o che non si conosce), “Dragon Trainer” non sarà ai livelli d’eccellenza dei capolavori della Pixar, o anche del già menzionato “Shrek”, ma è un film divertente, gradevole nell’animazione come nel plot, e con al centro una tenera storia di amicizia che, pur non brillando per estrema originalità, riesce a coinvolgere e forse anche a commuovere. Notevole contributo tecnico del grande direttore della fotografia Roger Deakins. Nomination all’Oscar per l’azzeccata colonna sonora (di John Powell) e per il miglior film d’animazione.