Apes Revolution – Il Pianeta delle Scimmie

Apes Revolution – Il Pianeta delle Scimmie

- in Film 2014, Recensioni
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La nuova nazione di scimmie geneticamente evolute capeggiata da Cesare (Andy Serkis) è minacciata da una banda di umani sopravvissuti al devastante virus scatenato un decennio prima e guidati dall’ex architetto Malcolm (Jason Clarke). Dopo aver raggiunto una fragile tregua di breve durata, entrambe le parti vengono spinte sull’orlo di un conflitto che determinerà quale specie emergerà per dominare il pianeta.

È il seguito de “L’alba del pianeta delle scimmie” (2011), a sua volta prequel e insieme reboot della celebre saga iniziata nel 1968 con il primo, mitico cult di Franklin J. Schaffner a cui successero quattro deboli sequel, una breve serie TV e il discusso remake di Tim Burton nel 2001. Per questo nuovo capitolo della serie (che, inserito nella cronologia della narrazione, rappresenta quindi una sorta di seconda tappa verso le origini) resta quasi invariata la squadra di sceneggiatori, mentre la regia passa dall’inglese Rupert Wyatt all’americano Matt Reeves, già autore, tra gli altri, del ben accolto “Blood Story” (riuscito rifacimento del sorprendente horror svedese “Lasciami Entrare”). Puntando su una maggiore alternanza tra sequenze d’azione decisamente ben orchestrate (il cui apice si raggiunge nelle scene dell’assedio scimmiesco) e momenti più introspettivi votati anche ad una maggiore caratterizzazione dei personaggi (soprattutto dei primati evoluti, che spesso discorrono tra loro in un linguaggio a gesti tradotto nei sottotitoli), rispetto al film precedente in quest’ultimo si perfeziona la formula vincente dello spettacolo di qualità al servizio di una storia con idee (e non viceversa), guadagnando non solo in forza visiva e dinamismo nella messa in scena, ma anche in astrazione e interiorità: da una parte ci sono i palesi meriti tecnici, specie nella ricostruzione dell’ambientazione distopica e nell’uso degli effetti visivi della Weta Digital (giustamente candidati all’Oscar), con lo strabiliante risultato nel lavoro sulle scimmie realizzate con la tecnica del motion capture (il “capo” Cesare è in questo modo “interpretato” magistralmente dallo specialista Andy Serkis), esaltato da un comunque non indispensabile 3D nativo, per la prima volta in esterni (con location nelle foreste di Vancouver e nei dintorni di New Orleans); dall’altra, sul piano dei contenuti, si riscontra un maggiore acume nel sottotesto di risvolti politici e sociologici: alla morale di stampo ecologista sul dannoso strapotere dell’onnipotenza tecnologica si aggiungono i temi del processo di leadership, delle cause di un conflitto tra razze e della loro resistenza o deflagrazione, mentre il centrale doppio confronto speculare (due nuclei familiari e due specie diverse) porta alla luce una riflessione sull’accettazione del diverso e della coesistenza, il tutto attraverso una non trascurabile riflessione critica sulla natura umana fondata anche sul ribaltamento dei rapporti di forza, con l’universo scimmiesco che assurge ad alterato riflesso di quello antropico. Tra i più attesi prodotti americani di genere dell’estate 2014, ha superato le aspettative anche al box-office, con un incasso USA di oltre 70 milioni di dollari solo nel primo weekend di programmazione.

Apes Revolution - Il Pianeta delle Scimmie
Apes Revolution - Il Pianeta delle Scimmie
Summary
“Dawn of the Planet of the Apes”; di Matt Reeves; con Jason Clarke, Andy Serkis, Gary Oldman, Keri Russell, Toby Kebbell, Kodi Smit-McPhee, Keir O’Donnell, Enrique Murciano, Judy Greer, Kirk Acevedo; fantascienza; USA, 2014; durata: 130’.
70 %
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