The War – Il Pianeta delle Scimmie

The War – Il Pianeta delle Scimmie

- in Film 2017, Recensioni
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A quindici anni dagli eventi del primo capitolo e a pochi altri dal secondo, Cesare e le sue scimmie sono costrette in un conflitto mortale con un esercito di esseri umani guidati dallo spietato colonnello McCullough. Dopo le conseguenti perdite inimmaginabili subite del popolo scimmiesco, Cesare combatte quindi con i suoi istinti più oscuri e inizia un’epica avventura per vendicare la sua specie, imbattendosi però nel frattempo in una bambina rimasta orfana. Quando il viaggio li porterà finalmente faccia a faccia, Cesare e il colonnello si troveranno contrapposti l’uno contro l’altro in una battaglia epica che determinerà il destino di entrambe le loro specie e il futuro del pianeta.

È il nono capitolo (se si considera anche il discusso remake del 2001 diretto da Tim Burton) del franchise iniziato nel 1968 con il primo, mitico cult di Franklin J. Shaffner (tratto dal romanzo di Pierre Boulle), ed il terzo della nuova saga reboot iniziata nel 2011 con L’Alba del Pianeta delle Scimmie e proseguita tre anni più tardi con Apes Revolution. Nel consolidare la formula vincente di tali film precedenti (ovvero coniugare la grandiosità tecno-ludica del blockbuster con un sottotesto di non trascurabili implicazioni sociopolitiche), questo nuovo episodio (diretto come il precedente da Matt Reeves e di nuovo sceneggiato da Mark Bomback) sorprende e supera le aspettative, riuscendo infatti a mantenere un’alta tenuta spettacolare rafforzando al tempo stesso le riflessioni interne ed intensificando la già arguta analisi interiore; ciò si evince innanzitutto dall’ulteriore evoluzione della centrale figura di Cesare, personaggio ormai estremamente complesso e affascinante nonché archetipo dell’eroe classico, che stavolta insieme al nemico deve infatti affrontare anche i propri demoni in un umanissimo confronto tra ragione ed impulso: tormentato dal dolore per la perdita della famiglia e divorato da un conseguente rancore verso i carnefici che pur non prevalendo sulla sua compassionevole empatia l’ha reso dubbioso dei suoi principi morali, da risoluto e valoroso leader materiale e spirituale del suo popolo (che rimane allegoria di qualunque razza oppressa e perseguitata) si trova ora quindi diviso tra il sempre presente istinto di protezione verso quest’ultimo e un nuovo desiderio di vendetta personale che lo porterà a cavalcare sui “sentieri selvaggi” della rivalsa. Uno sviluppo che si riflette anche nel tono mutevole del film, la cui atmosfera bellica sfocia infatti nel western crepuscolare tra diverse quanto azzeccate citazioni ai grandi classici del passato, dai velati rimandi a La Grande Fuga, Il Ponte sul Fiume Kwai, Exodus e Spartacus fino ai più evidenti riferimenti ad Apocalypse Now, esplicitamente citato da una scritta in un tunnel ma richiamato anche dal “cuore di tenebra” dell’antagonista interpretato da Woody Harrelson, colonnello spietato e vaneggiante come l’iconico Kurtz di Marlon Brando. Il risultato è una sorta di aggiornata “nascita di una nazione” in cui non mancano anche più ambiziosi riferimenti ad episodi biblici (ma anche alle relative rielaborazioni filmiche come I Dieci Comandamenti), con tanto di marcia verso una Terra Promessa completa di una separazione delle acque parafrasata in forma di enorme valanga e di una costruzione di un muro che ricorda quella delle piramidi, evocando come temibile presagio oscuri fantasmi del passato umano e guardando al contempo all’odierna politica di Trump; ecco quindi che la saga ripropone nuovamente il tema della ciclicità della Storia, calando infatti il contraltare umano in un clima da regime al tramonto dalle cui ceneri poter creare una nuova Memoria per le generazioni future (a questo proposito, significativo è certamente il personaggio della piccola Nova, nome appunto non certo casuale), il tutto aprendo in ciò a riflessioni sulla follia della guerra che porta gli uomini alla disumanizzazione (facendo quindi assumere anche al virus che qui ne è la causa un più alto significato allegorico) e sul conseguente declino della nostra razza. Così, nell’orchestrare sapientemente tale contaminazione di generi (senza farsi mancare nemmeno una sottile vena ironica ad alleggerire il tutto, affidata al buffo e pauroso “Bad Ape”), il regista Reeves dosa gli elementi con ammirevole equilibrio, realizzando un prodotto legato alla tradizione ma appetibile per il pubblico contemporaneo. Ne è uscito un film epico e trascinante che può considerarsi uno dei migliori blockbuster dell’anno, essenziale quanto solido nella struttura narrativa nonché dinamico e trascinante nell’azione, animato da un forte spirito civile e sostenuto da una componente tecnica ancora una volta di grandissima efficacia: se le atmosfere e le ambientazioni (esaltate dall’ottima fotografia di Michael Seresin e sottolineate dalle calzanti musiche di Michael Giacchino) risultano avvolgenti e suggestive (si vedano ad esempio il rifugio, il deposito di armi o anche gli splendidi paesaggi innevati), nuovamente notevole è inoltre il grande lavoro sugli effetti speciali targati Weta Digital; a questo proposito, davvero strepitosa è soprattutto la realizzazione delle scimmie attraverso una sempre più perfezionata motion capture coadiuvata anche dall’ottima interpretazione dello specialista Andy Serkis, il quale, tornando così a dar voce, movenze ed espressioni al protagonista Cesare, offre infatti una nuova performance di grande effetto ed intensità.

The War - Il Pianeta delle Scimmie
The War - Il Pianeta delle Scimmie
Summary
"War for the Planet of the Apes"; di Matt Reeves; con Andy Serkis, Woody Harrelson, Steve Zahn, Amiah Miller, Judy Greer, Karin Konoval, Terry Notary; USA, 2017; durata: 142'.
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