Snowpiercer

Snowpiercer

- in Film 2013, Recensioni
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Con un budget di oltre 38 milioni di dollari e un cast che comprende 6 star hollywoodiane di cui 2 premiate con l’Oscar, l’esordio in lingua inglese di Bong Joon-ho (già autore dei notevoli “The Host” e “Memories of Murder”) è il film più costoso della storia del cinema coreano, frutto di una lunghissima gestazione (durata ben 10 anni) e uscito da poco da un travagliato limbo distributivo (sdoganato prima in Europa, solo il prossimo Giugno arriverà anche negli States nella sua versione integrale, dopo il passo indietro dell’onnipotente mega-produttore Weinstein che, in disaccordo con il regista, inizialmente si impose per tagliarne 20 minuti).

Co-prodotto da Park Chan-wook (uno dei registi di punta del cinema coreano) e tratto dalla graphic novel di culto “La Transperceneige” di Jean-Marc Rochette e Benjamin Legrand, “Snowpiercer” mette in scena un futuro per niente lontano (l’anno è il 2031) in cui, a seguito di una nuova glaciazione che ha decimato il pianeta, ciò che rimane dell’umanità vive all’interno di un enorme treno corazzato con motore perpetuo, in continua corsa intorno alla terra; a bordo, l’ordine e l’equilibrio della comunità sono retti da un ferreo sistema gerarchico: alle classi sociali abbienti è riservato il lusso dei vagoni anteriori, mentre i più poveri e reietti sono rilegati in coda e ridotti in condizioni disumane; inevitabile quindi che gli oppressi, guidati dal carismatico leader Curtis (Chris Evans), scatenino la rivolta, tentando la presa della testa del convoglio. È un’anomala e avveniristica arca di Noè al contrario, immersa in un affascinante contesto distopico e non a caso in rotta verso il nulla, che assurge ad evidente ma originale ed incisiva allegoria degli squilibri della società contemporanea, rispecchiando un presente esasperato su attuali temi di spicco quali la globalizzazione, la sovrappopolazione e i meccanismi e le inclinazioni del potere (senza escludere attinenti discorsi sulle contraddizioni dell’animo), connessi a coraggiosi cenni riflessivo/filosofici di cupo pessimismo socio-antropologico sul decadimento e sulle sorti dell’umanità. Suggestivo ed avvolgente a livello visivo, sostenuto da un apparato scenografico di grande impatto, è una sorta di pamphlet epico-futurista eccentrico e personalissimo che, trasferendo su schermo gli spunti principali del fumetto conferendovi la giusta dimensione epico-avventurosa (esaltando l’ambientazione post-apocalittica), riesce a conciliare gli intenti spettacolari con le ambizioni d’autore, evitando le convenzioni del blockbuster assorbendole e disintegrandole a livello stilistico con una serie di invenzioni narrative, tecniche, figurative: combinando gusto steampunk, azione adrenalinica, suspense claustrofobica e riferimenti più disparati (non mancano neppure i rimandi biblici), l’autore conferma il suo talento visionario nobilitando nel contempo la struttura e il ritmo del racconto con frenetici scarti di tono ed efficaci cambi di registro (la violenza sanguinosa si alterna a momenti coreografici e a lampi di affilato humour nero), il tutto senza perdere di vista la coinvolgente tensione del racconto e la sua forza metaforica. Cast atipico e funzionale, con in testa Octavia Spencer, John Hurt, una quasi irriconoscibile Tilda Swinton e un efficace Song Kang-ho, attore feticcio del regista.

Snowpiercer
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Summary
“Snowpiercer”; di Bong Joon-ho; con Chris Evans, John Hurt, Jamie Bell, Tilda Swinton, Octavia Spencer, Song Kang-ho, Ed Harris, Ewen Bremner, Alison Pill, Go Ah-sung; fantascienza; Corea del Sud, 2013; durata: 125’.
70 %
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